New Age: l'apoteosi dell'individualismo

Immaginiamo una semplice scenetta intima. Lei ha preparato tutto perché il sesso, seguendo le istruzioni del TAO appena lette, sia un’intensa esperienza di intimità con la natura, con i cicli delle stagioni e con l’energia cosmica. Il letto è orientato secondo l’asse di rotazione del pianeta, le piastre di rame sotto il materasso hanno già neutralizzato i nodi di Hartmann, l’odore di incenso alla mirra si diffonde per l’ambiente. La stanza è illuminata da sette candele rosa mentre lo stereo manda musica dei nativi d’America. Lei si toglie prima i gioielli (corallo e lapislazzuli, pietre del suo segno zodiacale), si sveste del bellissimo abito di cotone indiano e si prepara finalmente ad un massaggio ayurvedico con oli essenziali e luci cromoterapiche. Quando esce ha ormai raggiunto il suo “sé”, ma solo in quel momento si rende conto che il suo uomo dorme già da mezzora.

Questa è la persona legata all’ideologia new age: una persona egocentrica, che fa tutto per il proprio benessere, che non si rende conto di come la vedono gli altri, che anestetizza spesso la propria coscienza e il proprio senso critico, che prende ispirazioni e comportamenti da tante tradizioni o invenzioni anche terribilmente lontane o in antitesi fra loro. La new age infatti è un’era che è caratterizzata da una rinnovata consapevolezza del sé e da un nuovo modo di percepire l’universo e se stessi in relazione ad esso.

Può essere anzitutto descritto in chiave psicologica come uno stato d’animo: come la sensazione, prima ancora della convinzione, condivisa da un numero socialmente significativo di persone, di essere entrati o di stare per entrare in un’epoca nuova, che è contrassegnata da cambiamenti radicali e qualitativi non in uno solo, ma in tutti i settori della vita dell’uomo.

L’assunto fondamentale di questo movimento di pensiero è “Noi siamo Dio”, ovvero in ognuno di noi si troverebbe una scintilla divina, che sarebbe la stessa energia cosmica universale manifestata nella natura umana (ricordo che termini come “energia” o “natura” sono peculiari e fondanti per il new age).

Con questa convinzione bisogna riprendere coscienza della propria divinità, attraverso un cammino interiore mediante il quale arrivare ad affermare che ognuno è autorità di se stesso e può giungere alla pienezza dell’essere. Il passaggio dall’umano verso il super-uomo divino è rappresentato dal simbolo dell’arcobaleno (nel senso induista: Antahkarana) che significherebbe l’unione di Atman e di Brahman, dell’uomo singolo con l’energia cosmica.

Proprio per questo il new age non si presta a essere inquadrato in nessuna delle categorie normalmente utilizzate per i fenomeni della nuova era. Il New Age non è un movimento: non ha capi riconosciuti, ha al massimo dei "portavoce", non ha sedi, organi ufficiali, strutture, non è un gruppo a cui si "aderisce" o a cui ci si "iscrive". Tuttavia, il grande dilemma di fronte al quale si trova continuamente la New Age è quello che emerge dal contrasto tra un individualismo volto all'autosoddisfacimento che ha preso forme volgarizzate e autoindulgenti, e il tentativo di persuadere gli adepti di istanze morali che vanno oltre il sé, nel senso di ammettere un'Autorità esterna. Necessariamente, a questo punto, entrano in gioco "autorità adeguate", cioè capaci di conciliare il sé della persona con l'autorità esterna. Ma è proprio in questa fase che emergono tutti i rischi delle sette New Age, laddove "un'autorità adeguata" può far sentire minacciata la "purezza" spirituale dei singoli o del gruppo e, pertanto, proporre una risposta che può portare al suicidio di massa come risposta alla causa del pericolo avvertito.

Per quanto l'autorità fondamentale sia quella del sé, esistono di fatto quasi sempre autorità esterne alle quali si demanda la propria guida, quali guru, maestri, pianeti, divinità pagane, etc.

E’ proprio in questo settore che fioriscono i “maestri”, “gli illuminati”, “i sapienti”, in uno stretto sincretismo con l’occultismo e l’esoterismo, magari seguaci o discendenti di altri grandi maestri del passato: Gesù, Budda, Steiner, Confucio, Blavatsky, sri Aurobindo, Babaji, Gurdjieff, Maometto, Rajneesh, Sai Baba, Yogananda, e molti altri.

In tal senso, come anche già riportato nel documento della commissione parlamentare francese del 1996 (Rapporto Guyard), la New Age costituisce oltre che un mercato redditizio il vero e proprio laboratorio ideologico delle diverse sette attualmente esistenti.

La presunta autodivinizzazione offre anche alcuni elementi ulteriori: per primo la perdita dei riferimenti della tradizione che assume la forma di vero e proprio rifiuto di tutto ciò che è considerato tradizione, dogma, codice morale, mentre viene dato ampio risalto a ciò che appare come arcano, esoterico, nascosto. In questi ultimi aspetti, infatti, viene individuata la vera tradizione segreta o interiore.

Esistono anche diverse forme di relativismo: nel New Age questo si specifica per il suo carattere volontaristico. Ciascuno può creare il proprio mondo, e ciascun mondo soggettivamente creato avrà la sua verità, non meno "vera" e non meno "falsa" di quella del mondo creato da un altro. Fino a quali limiti questa idea possa essere spinta è mostrato dalla popolarità di cui gode la tecnica della "visualizzazione creativa" secondo cui, con uno sforzo adeguato di concentrazione, sarebbe possibile "visualizzare" qualunque realtà desiderabile - la guarigione, la prosperità economica o perfino un marito ideale - e costringere nel giro di qualche giorno o di qualche mese la realtà ad adeguarsi alla nostra "visualizzazione", producendo e mettendoci davanti l’oggetto che abbiamo "visualizzato".

Nella percezione umana questi sentimenti spesso combattono con la morale corrente, ma la new age ha sublimato anche questo problema: viene rifiutata la nozione di peccato, considerata insuperabilmente dogmatica e in ogni caso tipica della superata Età dei Pesci, e viene sostituita dalla nozione di malattia. Il New Age non nega che esistano nel mondo comportamenti inadeguati, ma li riconduce a limitazioni fisiche o psichiche che possono essere assimilate alla malattia o a forme di "dipendenza" che è possibile superare tramite le numerose forme di terapie e di recovery così largamente disponibili nell’ambiente del New Age. Il peccato e il male sono degli stati di “non illuminazione”, cioè stati in cui non si è in grado di discernere la divinità del mondo e dell’uomo.

In questo modo l’adepto dell’ideologia in esame diviene schiavo di una spiritualità evanescente basata semplicemente sulla ricerca del benessere personale, il tutto con l’aiuto di tecniche prese in prestito da religioni orientali, dalla psicologia del profondo di Jung a da quella umanistica di Maslow, dal nuovo spiritismo moderno (Channeling) che presume di ricevere rivelazioni da Entità superiori quali: Dio, Cristo, Spiriti della Natura, Angeli, Fate, extraterrestri, personaggi illustri del passato.

Tale ricerca di felicità, di pienezza e di pace interiore, si otterrebbe anche con stimolazioni elettriche del cervello (biofeedback), o con droghe che provocano sentimenti di pacatezza. A questi livelli di ricerca assoluta del benessere fisico e psichico, possono contribuirvi infine certi tipi di danze, arti marziali e infine la musica che recepisce in pieno le vibrazioni e movimenti ondulatori del cosmo. La musica è il cavallo di battaglia del New Age, le edicole sono piene di Compact Disc che aiutano l’uomo ad innalzarsi spiritualmente verso alte vette abitate da Angeli, Fate, Folletti, Spiriti guida, e ... (chi più ne ha più ne metta!).

A questo punto è bene chiedersi: come si concilia tutta questa pretesa di autodivinizzazione con la fede religiosa e soprattutto con la sconfitta primaria dell’uomo che è rappresentata dalla morte? La fede è “non sapere”, “non essere illuminati”. Dunque si tratta di uno stadio inferiore rispetto alla conoscenza esoterica. Nell’insegnamento del “pensiero positivo”, la fede religiosa è un atteggiamento di pensiero utile a raggiungere delle mete autocostruite, ovvero un evocare la “magia del pensiero”; di nuovo le diverse religioni possederebbero una parte di verità, ma soltanto in modo relativo; non esiste verità assoluta e tantomeno la certezza della salvezza.

Anche il concetto di redenzione è trasposto in “autoredenzione” nel senso di illuminazione interiore: l’uomo dovrebbe discernere e liberare la propria natura divina mediante la meditazione, l’ampliamento della presa di coscienza, il miglioramento del karma nel corso delle proprie reincarnazioni. Quest’uomo, che è dio e che può tutto, è sottoposto però continuamente e inesorabilmente al potere tirannico del karma, ovvero al peso delle vite passate, che continuamente lo schiaccia, e alla tirannia non meno rigida degli astri a cui lo assoggetta il determinismo dell’astrologia moderna che il New Age predilige.

Addirittura, in ambito strettamente esoterico-occultistico il newageniano crede che Lucifero sia il vero portatore di luce che conduce l’uomo alla propria coscienza cosmica e all’illuminazione riguardo la propria divinità, in un pieno capovolgimento quindi delle concezioni religiose predominanti.

E quando, dopo tutta questa consapevolezza e questo sforzo, l’uomo si trova alla fine della propria vita? In questo caso la morte è vista come il presupposto necessario alla reincarnazione e al proseguimento dell’evoluzione verso stadi sempre più elevati. La “nuova nascita” avviene nella reincarnazione, oppure in una esperienza terapeutica di dinamica di gruppo (rebirthing).

E’ cosi fortemente radicata questa ideologia che nella new age vengono utilizzati moltissimo i cosiddetti “fenomeni di frontiera”, ovvero tutto ciò che è legato allo spiritismo e che assume un’ulteriore evoluzione nel contattismo ufologico. I fenomeni più utilizzati sono le apparizioni (fantasmi che danno consigli), gli apporti (improvvisa comparsa in luogo chiuso di un oggetto che prima non c’era), gli OOBE (Out of body experience, che si chiama anche sdoppiamento o viaggio astrale e consiste nella presenza contemporanea di una persona in due luoghi differenti), le infestazioni spiritiche (voci, rumori, colpi, incendi spontanei), la medianità (è il mezzo con cui gli spiriti comunicano con i mortali), la psicocinesi PK (facoltà della mente di influire su un corpo a distanza, modificandone il moto o la struttura), il ricordo delle vite precedenti.

Bisogna riflettere anche su un altro aspetto che la new age mette in risalto: la concezione sociopolitica.

La miscellanea gnostico-esoterica, mentre sembra fondata su un totale disinteresse per qualsiasi discorso politico, rivolgendosi solo alla vita interiore di individui distaccati dalla dimensione sociale, svela invece una concezione socio-politica totalitaria e antidemocratica. L'opposizione alla democrazia avviene con l'opposizione all'idea di Stato-Nazione e di sovranità nazionale. La politica, pertanto, deve passare attraverso un ripiegamento di ciascuno nel proprio sé, abbandonando così ogni forma di partecipazione alla vita politica e sociale e facendo scomparire il concetto stesso di polis, che ha permeato la civiltà occidentale per oltre 2500 anni, delegando totalmente a Gaia, come coscienza planetaria, il compito di creare quell'armonia tra le parti ed il tutto. Ne consegue la necessità di un "governo a livello mondiale", con una sorta di "direttorio mondiale" preposto alla soluzione dei problemi del pianeta, "composto da personalità appartenenti a sette pervenute a un grado di coscienza più elevato", un'aristocrazia spirituale secondo il modello di Findhorn, comunità politica scozzese, dove vige la consuetudine - un modello teocratico - di sottomettersi al parere dei membri considerati più evoluti o "risvegliati".

In Italia avviene nella stesso modo nella comunità acquariana di Damanhur.

Il totalitarismo della New Age appare, ispirato com'è alla legge del “primum vivere” (prima bisogna vivere e poi filosofare), un misto di biologismo e antiumanesimo, un eccesso di razionalità olistica che rappresenta paradossalmente la morte dello spirito, la tomba del pensiero individuale e dell'intelligenza critica.

A questo punto chiediamoci come e quando si sviluppa questo enorme movimento di pensiero. Le radici del New Age, come modello di pensiero, sono di natura prettamente astrologica. Dal punto di vista astrologico l’idea del New Age si fonda sulla teoria della precessione degli equinozi, secondo cui il sole cambierebbe di segno zodiacale ogni 2160 anni circa. Risale a un’opera del 1937, L’Ère du Verseau. Le secret du Zodiac, le proche avenir de l’humanité, dell’esoterista francese Paul Le Cour, nato nel 1871 e morto nel 1954 . Secondo Le Cour l’Età dei Pesci, iniziata verso l’anno 1 dopo Cristo, dovrebbe cedere il passo all’Età dell’Acquario verso l’anno 2160. La coincidenza cronologica e l’identificazione del simbolo astrologico dei Pesci con il pesce come simbolo cristiano rendevano facile l’associazione fra l’Età dei Pesci e l’età del cristianesimo, e rispettivamente fra l’Età dell’Acquario e l’età in cui apparirà qualche cosa di nuovo rispetto al cristianesimo attuale. I calcoli di Paul Le Cour sono stati variamente contestati e rivisti, e l’ingresso nell’Età dell’Acquario è stato fissato a un gran numero di date variabili fra il 1920 e il 2300.

Notiamo però come le cose cambino se rivediamo questi complicati calcoli astrologici in altre culture e quindi in altri calendari: se per esempio paragoniamo queste “ere” con il calendario cinese non possiamo più ritrovare gli stessi parametri.

Per la new age all’epoca della nascita di Gesù, era appena avvenuto il passaggio dall’Età dell’Ariete a quella dei Pesci; questo periodo ha rappresentato un periodo di lotte e di opposizioni durante il quale le dottrine religiose e politiche si sono affrontate dando origine a tensioni dolorose.

L’Età dell’Acquario, invece, amplificherebbe e solidificherebbe tutti i valori positivi che l’uomo avrebbe sognato e ricercato da migliaia di anni. La Nuova Era indica, quindi, tutta una serie di tendenze intellettuali, culturali, politiche e religiose che un tempo si mantenevano ai margini della cultura "ufficiale" e che sostenevano un approccio diverso, magari sovversivo, ai problemi dell’esistenza. Il perché il segno zodiacale e quindi l’era corrispondente dell’acquario significhi tutto questo non ci è dato di comprenderlo.

Non è possibile quindi stabilire la data esatta nella quale l’espressione New Age ha fatto la sua comparsa.

Il Vangelo Acquariano di Gesù il Cristo fu pubblicato per la prima volta in America nel 1908. Sarebbe stato scritto con la psicotematica, che, tramite la chiaroveggenza, darebbe la possibilità di leggere addirittura negli Annali Akasici (una sorta di testi psichici), dove sarebbero impresse le memorie del passato del mondo fin dalla creazione. Il Vangelo Acquariano descrive la vita di Gesù dalla nascita fino all’Ascensione, inclusi gli anni, non descritti nei Vangeli, trascorsi in India, in Tibet, in Persia, in Grecia e le iniziazioni in Egitto. Levi H. Dowling nacque nel 1884 negli Stati Uniti: da fanciullo ebbe per tre volte una visione nella quale gli veniva detto che avrebbe dovuto costruire la "città bianca"; in seguito questa si rivelò essere proprio la stesura di questo scritto.

Possiamo affermare che la new age era un’espressione comune negli ambienti teosofici e spiritualisti già da molto tempo e anche in Massoneria americana venne introdotto questo concetto, con la stampa di un libretto negli anni ’50 che si intitolava appunto “New Age”.

Proprio Alice Bailey, teosofa, - che aveva soggiornato ad Ascona, presso la ora famosa comunità new age di Monte Verità - aveva cominciato negli anni 1920 a utilizzare l’espressione "New Age" nel senso attuale; quest’uso era diventato corrente fra i suoi discepoli negli anni 1940 . Alcuni dei suoi allievi più brillanti in Inghilterra decidevano di non aderire ad alcuna organizzazione e iniziavano a riunirsi privatamente in attesa di tempi migliori e sperimentando nuove tecniche suggestive e nuove religiosità. Alcuni di questi baileyani inglesi coltivavano la "doppia appartenenza" anche ad altre organizzazioni esoteriche, e molti vantavano capacità medianiche. Le figure più rappresentative di questo gruppo, Peter Caddy, la sua seconda moglie Eileen Combe e Dorothy Maclean, decisero di andare a vivere in una roulotte nella landa desolata di Findhorn, sempre in Scozia, dopo varie vicissitudini lavorative, che acquistarono per pochi soldi e dove iniziarono a coltivare un giardino seguendo i messaggi che Dorothy Maclean asseriva di ricevere dai deva, "spiriti della natura" associati alle piante. La fama del giardino di Findhorn crebbe rapidamente: iniziarono ad affluire seguaci e vennero costruite strutture permanenti. Dagli Stati Uniti - dove nello stesso anno 1962 era stato fondato, in California, Esalen, un centro di incontri e di seminari ispirato a princìpi simili - venne più tardi a Findhorn David Spangler, che negli anni 1970 avrebbe pubblicato alcuni dei più influenti manifesti del New Age, facendo conoscere il movimento anglo-scozzese negli Stati Uniti.

Quindi la diffusione effettiva di questo movimento avvenne intorno agli anni ‘70 con un'incredibile esplosione di proseliti in tutto il mondo.

Infatti possiamo raggruppare tutta l’ideologia in questi tre filoni.

1. Il network delle spiritualità alternative comprende tutti coloro che hanno un interesse per il sacro, ma che sono alla ricerca di qualche cosa di diverso dalla tradizione cristiana dalla quale, come abbiamo visto astrologicamente, prende spunto. Le direzioni in cui questa ricerca si esercita sono le più varie: le religioni non cristiane tradizionali, le religioni dell’Oriente ma anche quelle precolombiane, degli Indiani d’America, celtiche, lo spiritismo che - rivestito di panni "scientifici" - il New Age ripropone con il nome di channeling, le molteplici correnti dell’occultismo, del satanismo e dell’esoterismo; l’interesse per i messaggi religiosi che verrebbero trasmessi dai dischi volanti; le credenze nella reincarnazione e nell’astrologia moderna, la stregoneria, il mondo dei maestri illuminati e dei guru. Chi coltiva uno di questi interessi - ma molti ne coltiveranno contemporaneamente più di uno - potrà finire per aderire a un nuovo movimento religioso o magico, ma potrà anche rifiutare la scelta dell’adesione a un movimento rimanendo semplicemente in un network o spostandosi da un gruppo all’altro.

2. Il secondo network è costituito dalle persone aderenti alle cosiddette terapie alternative, a forme di ricerca della guarigione e del benessere psico-fisico diverse sia dalla medicina ufficiale che dalla pura "preghiera di guarigione" praticata da numerosi gruppi cristiani. Per accedere a questo network si possono usare diversi canali: dalle numerosissime medicine "olistiche", che vorrebbero curare insieme il corpo e lo spirito, come il reiki o la pranoterapia, o il rebirthing, o il pranic healing. Ma la parte più importante per comprendere questo network riguarda le psicoterapie alternative e la psicoanalisi che ci conduce in una frammentazione del pensiero di Carl Gustav Jung , e ancora a Roberto Assagioli e alla psicologia transpersonale. Il New Age venera come proprio precursore Carl Gustav Jung (1875-1961), lo psicoanalista svizzero che ruppe definitivamente con Sigmund Freud nel 1913 proprio muovendo dal suo interesse per i simboli - soprattutto quelli esoterici e occulti - e per i fenomeni parapsicologici. Il passaggio è all’idea junghiana di un inconscio non più individuale ma collettivo in cui vivono immagini e "archetipi" comuni a tutta l’umanità. Lo psicoanalista italiano Roberto Assagioli (1888-1974) - allievo prima di Sigmund Freud e poi di Carl Gustav Jung, ebreo veneziano segnato dalla tradizione mistico-esoterica della Cabala, membro della Società Teosofica e amico e collaboratore di Alice Bailey - si staccò a sua volta dalla scuola junghiana nel 1915, con l’ulteriore passaggio - attraverso un metodo chiamato psicosintesi - dall’inconscio collettivo a una sorta di "inconscio universale", fondo oscuro dell’essere e del cosmo che coincide in senso panteistico con Dio. Roberto Assagioli, morto nel 1974, ha fatto in tempo a partecipare negli anni 1960 alla fondazione della cosiddetta psicologia transpersonale che permetterebbe l’accesso a una sorta di principio divino.

3. A questa via interiore si affianca una via esteriore che parte dall’ecologia profonda e da un impegno politico inteso soprattutto come militanza ecologica. E così entriamo nel terzo network, che fa da porta d’accesso al New Age, ed è costituito dalle politiche alternative, tutte variamente derivate dalle teorie ecologiche elaborate a partire dal 1972 dal filosofo norvegese Arne Naëss, il fondatore dell’"ecologia profonda", che ha ispirato popolari scienziati del New Age come Fritjof Capra e insieme tutta la "nuova politica" che si è espressa - soprattutto negli Stati Uniti e in Messico - nel cosiddetto "movimento dell’arcobaleno".

In ogni parte del mondo occidentale il new age ha fatto presa immettendo sul mercato centri benessere, terapie alternative, centri spirituali, sette magiche o gnostiche, prodotti e servizi alternativi, fino a risucchiare in un non chiaro sincretismo anche esperienze religiose autentiche come per esempio fanno alcuni sedicenti veggenti o sedicenti carismatici.

Il New Age parla volentieri di Dio, ma non si tratta di un Dio personale: è piuttosto il sottofondo cosmico a cui arrivano - per vie diverse e parallele - la psicologia transpersonale e l’ecologia profonda (quando non si combinano nell’ecologia transpersonale), è l’energia cosmica immanente che si manifesta negli esseri viventi, nella Terra che a sua volta è considerata un grande essere vivente, Gaia, e nell’universo. Il Dio del New Age è un Dio essenzialmente panteista.

In molti casi, il New Age, crea una grossa confusione nelle persone che non hanno approfondito la natura e il fine di questo movimento, soprattutto, in chi non ha la preparazione adatta per porsi nel giusto atteggiamento critico, o in chi con superficialità ed ingenuità si avvicina alle persone che lo praticano.

 

Copyright Silvana Radoani 2014

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